Sponsor

Richiedi questo spazio come tuo sponsor, ci aiuterai a realizzare adesivi, locandine e gadget per poter pubblicizzare il sito!

venerdì 26 novembre 2010

Basta Turbo nel Molise!

“Il Ministero dell’Ambiente ha concesso la Via favorevole per una centrale a ciclo combinato”

questo articolo pubblicato da
http://www.caffemolise.it/
offre spunti interessanti per "ragionare" di energia

Ma cosa ha dato il Molise in termini energetici effettivamente? Proviamo a fare due conti e qualche raffronto con altre Regioni d’Italia. Ad oggi in Molise si producono 2.830 GWh in più rispetto al fabbisogno elettrico, che si attesta a 1.531 GWh. Tale situazione di surplus di energia elettrica, rispetto ai consumi interni, non è un esempio isolato. Si registra infatti la medesima situazione anche nelle seguenti regioni d’Italia: Valle d’Aosta (+2.124 GWh); Trentino Alto Adige (+4.192 GWh); Liguria (+3.273 GWh); Abruzzo (+1.030 GWh); Puglia (+14.490 GWh); Calabria (+4.193 GWh). Analizzando dettagliatamente il bilancio elettrico della nostra Regione emergono dati significativi: la potenza installata degli impianti eolici è aumentata di 45 MW rispetto al 2008, raggiungendo così una capacità produttiva eolica complessivamente di 237 MW; la potenza termoelettrica, invece, è rimasta stabile e pari a 1.265 MW.
Parallelamente è interessante studiare cosa accade in un’altra Regione a fortissima vocazione energetica (e turistica): la Valle d’Aosta. In questa regione, che si contende con la nostra il fanalino di coda per numero di impianti fotovoltaici installati (parliamo di sole delle Alpi rispetto al sole dell’Appennino centro meridionale!), si producono circa 3.158 GWh da fonte idroelettrica (quella che offre il territorio) a fronte di un consumo elettrico locale di soli 822 GWh.
Viene dunque da chiedersi: è davvero corretto protestare contro l’energia eolica, l’energia del nostro territorio, non inquinante, quella di cui noi molisani siamo ricchi e grazie alla quale potremmo trovare definitivamente la via d’uscita da una drammatica situazione economica?
Tale domanda assume ancora più rilevanza se si pensa che con il decreto n. 843 del 18/11/2010 (solo 5 giorni prima della manifestazione contro l’eolico selvaggio durante la quale si sosteneva che:“il Molise ha già dato”) il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il Ministero per i Beni Culturali, ha concesso la Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) favorevole per una centrale a ciclo combinato (molto simile a quella installata nella zona industriale di Termoli) della potenza complessiva di 780 MW da realizzare nell’area venafrana.
Questo genere di centrale, che rappresenta sicuramente una delle soluzioni migliori in termini di rendimento energetico (sfiorando il 60%), è caratterizzata da ridotte emissioni inquinanti (il combustibile utilizzato è il metano) rispetto alle altre centrali termoelettriche; tuttavia sempre di emissioni si parla. Rimane quindi il dubbio circa la necessità di realizzare una centrale di questo tipo in una regione come il Molise, caratterizzata, come detto precedentemente, da un surplus di energia elettrica notevole e dalla presenza di una centrale analoga già operante sul territorio.
Ben vengano impianti di questo genere in Italia, molto efficienti e, dal punto di vista ambientale, più sostenibili rispetto ad altri; ma non sarebbe forse opportuno indirizzarli lì dove c’è un deficit di produzione elettrica?
Nel caso delle centrali a ciclo combinato, infatti, non c’è un legame stretto con il territorio dove vengono realizzate; mentre l’eolico, come tutte le fonti rinnovabili, si deve installare lì dove c’è la risorsa vento, i cicli combinati andrebbero realizzati lì dove c’è un deficit energetico reale (come ad esempio in Campania). Occorre, pertanto, che i politici molisani riflettano sulla necessità di avviare una seria programmazione e regolamentazione degli impianti energetici da realizzare in Regione. Sarebbe opportuno, infatti, da un lato limitare il numero, o la potenza, degli impianti alimentati a fonti convenzionali (in quanto dannosi per l’ambiente e per la salute umana), e dall’altro garantire la diffusione degli impianti a fonti rinnovabili disciplinandoli e non limitandoli (eolico in primis).

Bruno Mignogna (Economista energetico)

Nessun commento:

Posta un commento